Non tutta l’Umbria è distrutta. Sono stati colpiti dal terremoto solo 2 comuni situati lungo la catena degli Appennini al confine con le regioni di Marche ed Abruzzo. Avvertire in altre zone una scossa di terremoto non vuol dire essere terremotati, veder dondolare un lampadario è molto diverso dal vedersi crollare la casa addosso e nel peggiore dei casi restarci sotto. Una grandissima parte del territorio umbro lontano dalla zona del terremoto mantiene intatta la sua bellezza che certamente contrasta con i cumuli di macerie che le immagini dei media attribuiscono spesso a tutto il centro Italia.
Le notizie e le immagini devono avere in sé qualcosa di sensazionale per attirare l’attenzione dei lettori e telespettatori a livello mondiale, ma spesso creano panico e confondono le idee. Di fronte ai media occorre sempre vagliare attentamente e localizzare bene le informazioni altrimenti ne risentirà tutta l’economia del territorio di cui si parla.
Rispetto ed aiuto è dovuto alle popolazioni che oltre al terremoto hanno dovuto subire anche una stagione invernale particolarmente fredda e nevosa che non si ricorda “a memoria d’uomo”.
L’abbandono turistico delle aree non direttamente interessate dal terremoto è in gran parte attribuibile ad una cattiva informazione a livello mondiale ed infligge un duro colpo all’economia di tutte e tre le regioni (Umbria, Marche ed Abruzzo) già fortemente impegnate economicamente nella ricostruzione di un tessuto sociale e culturale, che come tantissime altre parti del mondo convive da sempre con una morfologia sismica del territorio.
Escludere turisticamente tutte queste parti del mondo (bacino del Mediterraneo) restringerebbe il godimento del patrimonio storico, culturale e naturale più bello del mondo. Ci auguriamo che invocando da più parti una corretta informazione si ristabilisca un flusso turistico nella nostra bella Umbria e nelle regioni vicine che sia segno di solidarietà ed aiuto economico.